Dati biometrici e autenticazione: il delicato equilibrio tra sicurezza e privacy

La crescente diffusione dell’autenticazione biometrica Negli ultimi anni abbiamo assistito a una rapida diffusione dei sistemi di autenticazione biometrica in molteplici ambiti della nostra vita quotidiana. Dall’impronta digitale per sbloccare lo smartphone al riconoscimento facciale per accedere ai servizi bancari online, dalla scansione dell’iride per l’ingresso in aree riservate al riconoscimento vocale per interagire con assistenti virtuali: i dati biometrici sono diventati la nuova frontiera dell’identificazione personale. Questa evoluzione è guidata da esigenze di sicurezza sempre più stringenti e dalla ricerca di sistemi di autenticazione più efficaci rispetto alle tradizionali password. Tuttavia, l’unicità e l’immutabilità che rendono i dati biometrici così preziosi per la sicurezza sono anche le caratteristiche che sollevano le maggiori preoccupazioni in termini di privacy. Il quadro normativo: GDPR e dati biometrici Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) classifica i dati biometrici tra le “categorie particolari di dati personali” (art. 9), riconoscendone la natura sensibile e prevedendo tutele rafforzate. L’art. 4 del GDPR definisce i dati biometrici come “dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico relativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona fisica che ne consentono o confermano l’identificazione univoca”. Il trattamento di tali dati è, in linea di principio, vietato, salvo specifiche eccezioni, tra cui: È importante sottolineare che, anche in presenza di una delle eccezioni previste, il trattamento deve rispettare i principi generali del GDPR, in particolare quelli di minimizzazione, proporzionalità e necessità. Il principio di necessità e proporzionalità Un recente provvedimento del Garante Privacy italiano (n. 9908105 del 25 gennaio 2025) ha ribadito che l’utilizzo di dati biometrici deve sempre rispettare il principio di proporzionalità. Nel caso specifico, il Garante ha sanzionato un istituto bancario che imponeva ai clienti l’utilizzo del riconoscimento facciale come unica modalità di accesso ai servizi online, senza offrire alternative meno invasive. Il Garante ha chiarito che, sebbene la sicurezza sia un obiettivo legittimo, essa non può giustificare l’imposizione di sistemi biometrici come unica opzione di autenticazione. Gli utenti devono sempre poter scegliere metodi alternativi che comportino un minor impatto sulla privacy. Questo principio è stato recentemente confermato anche dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella causa C-456/24, che ha stabilito che l’imposizione di sistemi biometrici come unica modalità di accesso a servizi essenziali costituisce una violazione del principio di proporzionalità sancito dal GDPR. Rischi e vulnerabilità dei sistemi biometrici A differenza delle password, che possono essere modificate in caso di compromissione, i dati biometrici sono permanenti e non modificabili. Se una password viene rubata, può essere cambiata; se viene compromessa un’impronta digitale, questa non può essere sostituita. Inoltre, i sistemi biometrici non sono immuni da vulnerabilità: Questi rischi impongono l’adozione di misure di sicurezza particolarmente robuste e l’implementazione di tecniche di pseudonimizzazione e cifratura avanzate. Best practices per un utilizzo conforme dei dati biometrici Per le aziende e le organizzazioni che intendono implementare sistemi di autenticazione biometrica, è fondamentale adottare un approccio conforme al GDPR: Conclusioni L’utilizzo dei dati biometrici per l’autenticazione rappresenta un’importante innovazione tecnologica che può migliorare significativamente la sicurezza dei sistemi informatici. Tuttavia, la natura particolarmente sensibile di questi dati impone un approccio cauto e rispettoso della privacy. Il quadro normativo europeo, con il GDPR in prima linea, fornisce linee guida chiare per un utilizzo equilibrato dei dati biometrici, bilanciando le esigenze di sicurezza con il diritto fondamentale alla protezione dei dati personali. Per le aziende e le organizzazioni, la sfida consiste nel trovare il giusto equilibrio tra questi due valori, implementando sistemi di autenticazione biometrica conformi ai principi di necessità, proporzionalità e minimizzazione, e offrendo sempre alternative meno invasive per rispettare la libertà di scelta degli interessati. In questo contesto, il ruolo dei professionisti legali specializzati in diritto dell’informatica e privacy diventa cruciale per guidare le organizzazioni verso soluzioni tecnologiche innovative e, al contempo, rispettose dei diritti fondamentali degli individui.

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