La Seconda Sezione Civile chiarisce l’ambito applicativo del D.Lgs. 231/2002: protezione rafforzata per i professionisti contro i ritardi di pagamento
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 21345/2023 del 17 aprile 2025, ha stabilito due principi fondamentali per la tutela dei professionisti nei rapporti con la clientela, ampliando significativamente le garanzie contro i ritardi di pagamento dei compensi.
L’estensione della tutela oltre il settore pubblico
La pronuncia della Seconda Sezione Civile ha innanzitutto chiarito che gli interessi moratori previsti dal D.Lgs. 231/2002 si applicano anche nei rapporti tra professionisti e imprese private, non limitandosi ai soli enti pubblici. Il decreto, che ha recepito la Direttiva 2000/35/CE sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, definisce infatti come “transazioni commerciali” tutti i contratti tra imprese o tra imprese e pubbliche amministrazioni che comportano la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo.
La Corte ha precisato che l’art. 2, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 231/2002 include espressamente nella nozione di “imprenditore” ogni soggetto esercente un’attività economica organizzata o una libera professione, come confermato dalla recente Cass. Civ. Sez. II, ordinanza n. 1265 del 19 gennaio 2025. Pertanto, la natura pubblica o privata dell’ente debitore non rappresenta un elemento discriminante per l’applicazione della normativa sugli interessi moratori.
La decorrenza degli interessi dalla richiesta stragiudiziale
Il secondo aspetto rilevante della decisione riguarda la decorrenza temporale degli interessi moratori. La Cassazione ha stabilito che, in caso di richiesta di pagamento di compensi per prestazioni professionali, gli interessi di cui all’art. 1224 c.c. decorrono dalla messa in mora, che può coincidere sia con la proposizione della domanda giudiziale sia con la richiesta stragiudiziale di adempimento.
Questo principio, già consolidato dalla giurisprudenza (Cass. Civ. sent. n. 8611/2022; Cass. Civ. sent. n. 24973/2022), assume particolare rilevanza pratica poiché consente al professionista di ottenere il riconoscimento degli interessi moratori a partire da una semplice richiesta scritta di pagamento, senza necessità di avviare immediatamente un’azione giudiziale.
Le implicazioni pratiche per professionisti e imprese
La decisione della Cassazione ha importanti ricadute operative per entrambe le categorie interessate. Per i professionisti, la sentenza rappresenta un rafforzamento significativo della tutela creditoria, garantendo il diritto agli interessi moratori anche nei rapporti con soggetti privati e riconoscendo efficacia alla semplice richiesta stragiudiziale di pagamento.
Per le imprese private, la pronuncia comporta una maggiore attenzione nella gestione dei rapporti con i professionisti, poiché il ritardo nel pagamento dei compensi comporta automaticamente l’applicazione degli interessi moratori previsti dal D.Lgs. 231/2002, che presentano un tasso più elevato rispetto a quelli legali ordinari.
Il quadro normativo di riferimento
La normativa applicabile trova il suo fondamento nell’art. 1 del D.Lgs. 231/2002, che prevede l’applicazione del decreto “ad ogni pagamento effettuato a titolo di corrispettivo in una transazione commerciale”. La definizione di transazione commerciale, contenuta nell’art. 2, comma 1, lettera a), comprende i contratti tra imprese o tra imprese e pubbliche amministrazioni che comportano la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo.
Il sistema di tutela si completa con il richiamo alle disposizioni civilistiche sulla mora del debitore, in particolare l’art. 1224 c.c., che disciplina la decorrenza degli interessi moratori dalla costituzione in mora.
Riflessioni conclusive
La pronuncia della Cassazione si inserisce in un più ampio contesto di tutela dei crediti professionali, allineandosi agli orientamenti europei sulla lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. La decisione contribuisce a creare un quadro normativo più equo e bilanciato nei rapporti tra professionisti e clientela, garantendo strumenti di tutela efficaci contro i comportamenti dilatori.
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