La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un obbligo rivoluzionario: ogni amministratore di società deve dotarsi di una PEC personale e comunicarla al Registro delle Imprese. Una decisione che segna un punto di svolta nella digitalizzazione del diritto societario italiano, con scadenza prorogata al 31 dicembre 2025 per evitare il caos amministrativo paventato dalle categorie professionali. Chi non si adegua rischia sanzioni fino a 1.032 euro e il blocco delle pratiche societarie.
Perché il Legislatore ha Deciso di “Separare” Amministratori e Società?
L’articolo 1, comma 860 della Legge 30 dicembre 2024, n. 207 non nasce dal nulla. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha chiarito che l’obiettivo è “garantire la conoscibilità di un recapito di posta elettronica proprio ed esclusivo dell’amministratore da parte di tutti i soggetti terzi”.
Tradotto in termini pratici: basta con la confusione tra comunicazioni dirette all’amministratore e quelle alla società. La norma impone una separazione netta tra il domicilio digitale dell’impresa e quello personale di chi la gestisce. Non è più possibile utilizzare la stessa PEC per entrambi i soggetti, costringendo chi aveva adottato questa prassi ad adeguarsi rapidamente.
Lo sapevi che? Un amministratore che gestisce più società può tranquillamente utilizzare un’unica PEC personale per tutti i suoi incarichi, oppure sceglierne di diverse. Il MIMIT ha confermato che “non si rilevano ragioni atte a fondare una preclusione” in questo senso.
Chi Deve Correre ai Ripari (e Chi Può Dormire Sonni Tranquilli)?
La normativa colpisce con precisione chirurgica specifiche categorie di soggetti. Sono obbligati tutti gli amministratori di società di capitali (Srl, SpA), società di persone (Snc, Sas), società agricole e persino i liquidatori.
Quest’ultima categoria merita particolare attenzione: il MIMIT ha adottato un’interpretazione estensiva, ritenendo che sarebbe “irragionevole” escludere proprio chi gestisce la delicata fase di liquidazione societaria. I liquidatori, nominati dai soci o per intervento giudiziale, rientrano pienamente nell’obbligo.
Restano invece escluse le società semplici (salvo quelle agricole), le società di mutuo soccorso, i consorzi e tutti gli enti non costituiti in forma societaria. Nemmeno institori, procuratori o preposti di sedi secondarie devono preoccuparsi di questo adempimento.
Caso Pratico: Il Dilemma dell’Amministratore “Multi-Società”
Marco gestisce tre società: una Srl di servizi, una SpA manifatturiera e una società agricola. Prima della riforma utilizzava la PEC della prima società per tutte le comunicazioni. Cosa deve fare ora?
Secondo le nuove disposizioni, Marco ha due opzioni: attivare un’unica PEC personale da utilizzare per tutti e tre gli incarichi, oppure crearne una diversa per ciascuna società. L’importante è che nessuna coincida con quelle delle società stesse. La scelta dipenderà dalle sue preferenze organizzative e dalla volontà di mantenere compartimentalizzate le comunicazioni.
Cosa Succede a Chi Non Si Adegua Entro il 31 Dicembre?
Le conseguenze della mancata comunicazione sono tutt’altro che simboliche. La sanzione amministrativa prevista dall’articolo 2630 del Codice Civile oscilla tra 103 e 1.032 euro. Ma il vero “nodo alla gola” arriva con il blocco delle pratiche future: modifiche statutarie, nuove nomine, trasferimenti di sede rischiano di finire in un limbo burocratico.
La Circolare MIMIT del 12 marzo 2025 ha precisato che le Camere di Commercio sospenderanno i procedimenti, concedendo massimo trenta giorni per l’integrazione del dato mancante. Superato questo termine, scatta il rigetto automatico della domanda.
Attenzione: chi comunica la PEC entro trenta giorni dalla scadenza beneficia di una riduzione della sanzione a un terzo dell’importo originario.
La Proroga che ha Salvato l’Estate (e l’Autunno) degli Amministratori
Il termine originario del 30 giugno 2025 sembrava una mission impossible per migliaia di amministratori. Le “criticità e segnalazioni emerse sul territorio ed esposte dal mondo professionale e imprenditoriale” hanno spinto il MIMIT a concedere una proroga salvifica fino al 31 dicembre 2025.
Questa decisione ha evitato il rischio di un’ondata sanzionatoria di massa, ma ha anche creato un pericoloso effetto “procrastinazione”. Chi pensa di avere tutto il tempo del mondo potrebbe trovarsi schiacciato dalla corsa dell’ultimo minuto verso la fine dell’anno.
Box “Lo Sapevi Che?” – I Segreti della PEC Perfetta
La PEC non è solo un indirizzo email con il “bollino” di certificazione. Per essere valida ai fini dell’obbligo, deve essere “distinta ed esclusiva” dell’amministratore. Questo significa che non può essere condivisa con la società, né utilizzata promiscuamente per altri scopi professionali non correlati alla carica.
Per acquisire una PEC valida è necessario rivolgersi esclusivamente ai Gestori autorizzati dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale). La comunicazione al Registro delle Imprese gode di un’agevolazione fiscale: nessuna imposta di bollo, nessun diritto di segreteria.
Cosa Devi Fare Ora – La Checklist dell’Amministratore Previdente
Verifica Immediata: controlla se la tua società utilizza attualmente la stessa PEC per l’ente e per te come amministratore. In caso affermativo, la separazione è urgente.
Acquisizione PEC: se non possiedi già una PEC personale, contatta immediatamente un gestore autorizzato AgID per l’attivazione.
Comunicazione Tempestiva: una volta ottenuta la PEC, procedi alla comunicazione al Registro delle Imprese tramite commercialista o intermediario abilitato.
Conservazione Documentale: mantieni sempre la ricevuta della comunicazione effettuata, sarà la tua “polizza assicurativa” in caso di verifiche.
Monitoraggio Continuo: organizza un sistema di controllo periodico della PEC personale. Le comunicazioni che arriveranno su questo canale avranno valore legale equiparabile a una raccomandata con ricevuta di ritorno.
FAQ Giuridiche Essenziali
D: Un amministratore nominato dopo il 1° gennaio 2025 quando deve comunicare la PEC?
R: Contestualmente alla prima iscrizione al Registro delle Imprese, indipendentemente dalla scadenza del 31 dicembre.
D: I liquidatori di società sono davvero obbligati?
R: Sì, il MIMIT ha confermato che il termine “amministratori” si riferisce ampiamente alla funzione di gestione, includendo chi cura l’amministrazione durante la liquidazione.
D: Cosa succede se la mia PEC smette di funzionare?
R: È responsabilità dell’amministratore mantenere attivo e funzionante il proprio domicilio digitale. Malfunzionamenti non giustificano la mancata ricezione di comunicazioni legalmente rilevanti.
La riforma della PEC rappresenta un cambio di paradigma nel rapporto tra trasparenza societaria e digitalizzazione. Chi si adegua per tempo non solo evita sanzioni, ma si posiziona all’avanguardia di un sistema che premia l’efficienza e la professionalità nella gestione degli adempimenti societari.