Minori che commettono reati contro altri minori: il nuovo scenario giuridico italiano

Tra Decreto Caivano e responsabilità genitoriale, il diritto penale minorile affronta sfide inedite

La giustizia minorile italiana attraversa una fase di profonda trasformazione. L’incremento del 10% dei reati contro minori nel primo semestre 2024 e l’esplosione del cyberbullismo – che colpisce oltre 1 milione di studenti come vittime e 800.000 come autori Dirittoscolastico +2 – hanno spinto il legislatore a intervenire con strumenti sempre più severi. Avvocatipersonefamiglie Questo cambiamento di paradigma, cristallizzato nel controverso “Decreto Caivano” e nelle recenti pronunce della Corte Costituzionale, ridisegna completamente il rapporto tra finalità educative e istanze punitive quando un minore commette reati contro coetanei.

Il nuovo approccio normativo privilegia la deterrenza immediata rispetto alla tradizionale vocazione rieducativa, generando tensioni costituzionali che la Corte Costituzionale ha iniziato ad affrontare nel 2025. Per le famiglie italiane, questo significa non solo maggiori rischi penali per i figli, ma anche una responsabilità civile genitoriale rafforzata dalla giurisprudenza più recente, con risarcimenti che possono raggiungere i 50.000 euro nei casi più gravi. Livia Passalacqua

Il Decreto Caivano sotto la lente costituzionale

La riforma più controversa degli ultimi anni ha trovato i primi ostacoli giudiziari proprio dove meno ci si aspettava. Il Tribunale per i minorenni di Trento, con ordinanza del 6 marzo 2024, ha sollevato la prima questione di legittimità costituzionale contro l’articolo 27-bis del DPR 448/1988, denunciando come il nuovo “percorso di rieducazione del minore” nasconda “una meccanica trattamentale fortemente improntata sul paradigma punitivo”. Giurisprudenza penaleDirittodidifesa

La Corte Costituzionale ha risposto con la sentenza n. 23 del 6 marzo 2025, accogliendo parzialmente i dubbi dei giudici tridentini. Misterlex I principi affermati dalla Consulta rimangono però ancorati al favor minoris: la messa alla prova conserva il suo “scopo primario di favorire l’uscita del minore dal circuito penale tramite riflessione critica”, mentre la “composizione pedagogicamente qualificata” del collegio giudicante rimane “funzionale all’obiettivo rieducativo”.

Diverso destino ha avuto la questione sollevata dal Tribunale per i minorenni di Bari sull’articolo 28, comma 5-bis, che preclude automaticamente la messa alla prova per reati di violenza sessuale di gruppo. Sistema Penale La Corte Costituzionale, con sentenza n. 8 del 4 febbraio 2025, ha dichiarato la questione inammissibile, stabilendo però un principio fondamentale: la messa alla prova ha “dimensione sostanziale” ed è quindi soggetta al principio di irretroattività.

L’evoluzione giurisprudenziale su bullismo e cyberbullismo

La giurisprudenza di legittimità ha consolidato nel 2024 orientamenti definitivi sui confini penali del bullismo digitale. La Cassazione penale, con la sentenza della Sezione V n. 40756 del 6 novembre 2024, ha stabilito che “le condotte diffamatorie reiterate sui social network possono configurare stalking se idonee a creare ansia e turbamento nella vittima”, Catania superando definitivamente la necessità del contatto diretto tra molestatore e vittima. Livia Passalacqua

L’innovazione più significativa riguarda l’autonomia delle fattispecie criminose. Cass. Pen., Sez. V, n. 43089/2024 ha chiarito che il delitto di atti persecutori può concorrere con la diffamazione aggravata senza sovrapposizione tra le fattispecie, distinguendo nettamente l’effetto psicologico del 612-bis c.p. dall’offesa alla reputazione dell’articolo 595 c.p. Avvocato del Giudice

La Suprema Corte ha inoltre precisato (Cass. Pen., Sez. V, n. 33986 del 6 settembre 2024) che per integrare lo stalking digitale è “sufficiente la consapevolezza dell’agente che i propri messaggi molesti siano conoscibili dalla vittima tramite terzi”, Catania ampliando significativamente l’area di rilevanza penale delle condotte online. Avvocatipersonefamiglie

La responsabilità civile dei genitori nella nuova era digitale

Il 2024 ha segnato una svolta decisiva nella responsabilità genitoriale. La Cassazione civile, con ordinanza n. 27061 del 18 ottobre 2024, ha definitivamente chiarito la natura dell’articolo 2048 del Codice civile: non si tratta più di una semplice presunzione di colpa, ma di “responsabilità diretta dei genitori che concorre con quella del minore per non aver impedito il fatto dannoso con idoneo comportamento educativo e di sorveglianza”. avvocatocivilista +2

Questa evoluzione giurisprudenziale rende la prova liberatoria “decisamente ardua”, richiedendo ai genitori di dimostrare positivamente di aver impartito “educazione adeguata e vigilanza appropriata”. diritto Il principio consolidato (Cass. Civ., n. 4303/2023) stabilisce che non è sufficiente dimostrare di “non aver potuto impedire il fatto”, ma occorre provare l’adempimento positivo dei doveri educativi ex articolo 147 c.c. Livia Passalacqua

Per il cyberbullismo, la giurisprudenza di merito ha innalzato ulteriormente gli standard. diritto Il Tribunale di Brescia, con sentenza n. 879/2024, ha stabilito che i genitori hanno “l’obbligo di controllare i profili social dei figli minorenni, compresi quelli falsi”, condannando una famiglia a 15.000 euro di risarcimento per non aver impedito episodi di cyberbullismo commessi dal figlio. Orizzonte Scuola

Le nuove frontiere della quantificazione del danno

Le tabelle milanesi 2024, rivalutate del 16,22%, hanno aggiornato i parametri di liquidazione del danno biologico portando il punto base a €3.365. Studiolegalerisarcimentodanni Nei casi di bullismo tra minori, i tribunali riconoscono autonomamente tre tipologie di danno: biologico (invalidità psico-fisica permanente), morale (sofferenza interiore) ed esistenziale (alterazione della qualità della vita). Prontoprofessionista

Il Tribunale di Potenza, con sentenza n. 380/2021, ha stabilito criteri che la giurisprudenza successiva ha consolidato: il danno da bullismo richiede una valutazione “dinamico-relazionale complessa” che può portare a liquidazioni significativamente superiori quando vengono accertati “disturbi post-traumatici da stress cronico”. Prontoprofessionista

La responsabilità si estende solidalmente alle istituzioni scolastiche. Il principio affermato dal Tribunale di Roma (Sez. XIII, n. 6919/2018) impone agli istituti non solo la vigilanza comportamentale, ma l’adozione di “misure disciplinari e organizzative idonee” alla prevenzione primaria. diritto +2 La Legge 17 maggio 2024, n. 70 ha rafforzato questi obblighi introducendo codici interni obbligatori e referenti specializzati per ogni istituto. Italian Parliament +4

La rivoluzione silenziosa delle statistiche

I numeri del 2024 rivelano un fenomeno in costante espansione: 1 milione di studenti tra 15 e 19 anni sono vittime di cyberbullismo, mentre 800.000 ne sono autori, con 600.000 giovani che ricoprono il doppio ruolo di vittime e carnefici. MinoriConsiglio Nazionale delle Ricerche Il dato più allarmante emerge dallo studio ESPAD Italia 2024 del CNR: per la prima volta nella storia delle rilevazioni, la percentuale di autori di cyberbullismo (32%) ha raggiunto un record negativo storico. Consiglio Nazionale delle Ricerche

La detenzione minorile ha registrato un incremento del 25% nel 2024, con 554 detenuti negli Istituti Penali Minorili a maggio, rispetto ai 496 di gennaio. LaPresse Il 57,7% dei detenuti è under 18, concentrato prevalentemente nella fascia 16-17 anni, mentre i reati contro il patrimonio rappresentano il 55,2% degli ingressi. Minoriminori

Particolarmente significativo è l’incremento del 37,4% delle violazioni della legge sugli stupefacenti tra i minori, Minoriminori fenomeno che gli esperti collegano direttamente agli effetti del Decreto Caivano e all’abbassamento delle soglie per le misure cautelari.

Verso un nuovo equilibrio tra sicurezza ed educazione

La giustizia minorile italiana si trova a un bivio cruciale. Da un lato, l’emergenza sociale del bullismo e del cyberbullismo richiede risposte immediate ed efficaci. Dall’altro, l’articolo 31, comma 2, della Costituzione impone che la Repubblica “protegga l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”.

La Legge 17 maggio 2024, n. 70 ha tentato di conciliare queste esigenze estendendo la normativa anti-cyberbullismo anche al bullismo tradizionale e introducendo percorsi di mediazione penale minorile come alternativa al procedimento giudiziario. Istruzioneer +2 I progetti educativi riparativi, sotto controllo dei servizi sociali, rappresentano un tentativo di mantenere la finalità rieducativa anche nell’inasprimento del quadro normativo. Italian Parliament +2

Le resistenze della magistratura minorile agli automatismi introdotti dal Decreto Caivano dimostrano che il sistema giudiziario italiano non ha rinunciato al principio della valutazione personalizzata del minore. L’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia continua a rivendicare spazi di discrezionalità per bilanciare “istanze punitive e finalità educative”.

Implicazioni pratiche per famiglie e professionisti

Il nuovo scenario giuridico impone alle famiglie italiane standard di diligenza educativa sempre più elevati e documentabili. La prova liberatoria ex articolo 2048 c.c. richiede oggi non solo il “buon esempio”, ma l’adozione di strategie educative attive che includano il controllo tecnologico, la formazione all’uso consapevole dei social media e la collaborazione costante con le istituzioni scolastiche. Studio-legale-scortichini +4

I rischi economici sono concreti e significativi: i risarcimenti per episodi di bullismo oscillano tra €10.000 e €20.000 nei casi medi, ma possono raggiungere €50.000 quando vengono accertati disturbi post-traumatici gravi. A questi importi si aggiungono le spese processuali e il rischio di condanna ex articolo 96 c.p.c. per condotte processuali pretestuose.

Per i professionisti del diritto, la complessità del quadro normativo richiede competenze interdisciplinari che spaziano dal diritto penale minorile alla responsabilità civile, dalla normativa sulla privacy digitale alla psicologia dell’età evolutiva. La formazione specialistica degli operatori diventa un elemento essenziale per navigare efficacemente nel nuovo panorama giuridico.

Conclusioni e prospettive future

La giustizia minorile italiana del 2025 presenta un volto profondamente diverso rispetto al passato recente. L’equilibrio tra finalità educative e istanze securitarie si è spostato verso queste ultime, ma le resistenze istituzionali e costituzionali dimostrano che il sistema non ha abbandonato del tutto la sua vocazione originaria.

Le famiglie devono prepararsi a un contesto più severo, caratterizzato da controlli educativi rafforzati, responsabilità civili amplificate e rischi economici significativi. Al contempo, le istituzioni scolastiche sono chiamate a implementare protocolli preventivi sempre più sofisticati, mentre i professionisti del diritto devono aggiornarsi per affrontare una materia in continua evoluzione.

Il futuro della giustizia minorile italiana si giocherà sulla capacità di mantenere un approccio educativo efficace all’interno di un quadro normativo sempre più orientato alla deterrenza. Le prossime pronunce della Corte Costituzionale e l’implementazione completa della Legge 70/2La giustizia minorile italiana attraversa una fase di profonda trasformazione. L’incremento del 10% dei reati contro minori nel primo semestre 2024 e l’esplosione del cyberbullismo – che colpisce oltre 1 milione di studenti come vittime e 800.000 come autori – hanno spinto il legislatore a intervenire con strumenti sempre più severi. Questo cambiamento di paradigma, cristallizzato nel controverso “Decreto Caivano” e nelle recenti pronunce della Corte Costituzionale, ridisegna completamente il rapporto tra finalità educative e istanze punitive quando un minore commette reati contro coetanei.

Il nuovo approccio normativo privilegia la deterrenza immediata rispetto alla tradizionale vocazione rieducativa, generando tensioni costituzionali che la Corte Costituzionale ha iniziato ad affrontare nel 2025. Per le famiglie italiane, questo significa non solo maggiori rischi penali per i figli, ma anche una responsabilità civile genitoriale rafforzata dalla giurisprudenza più recente, con risarcimenti che possono raggiungere i 50.000 euro nei casi più gravi.

Il Decreto Caivano sotto la lente costituzionale

La riforma più controversa degli ultimi anni ha trovato i primi ostacoli giudiziari proprio dove meno ci si aspettava. Il Tribunale per i minorenni di Trento, con ordinanza del 6 marzo 2024, ha sollevato la prima questione di legittimità costituzionale contro l’articolo 27-bis del DPR 448/1988, denunciando come il nuovo “percorso di rieducazione del minore” nasconda “una meccanica trattamentale fortemente improntata sul paradigma punitivo”.

La Corte Costituzionale ha risposto con la sentenza n. 23 del 6 marzo 2025, accogliendo parzialmente i dubbi dei giudici tridentini. I principi affermati dalla Consulta rimangono però ancorati al favor minoris: la messa alla prova conserva il suo “scopo primario di favorire l’uscita del minore dal circuito penale tramite riflessione critica”, mentre la “composizione pedagogicamente qualificata” del collegio giudicante rimane “funzionale all’obiettivo rieducativo”.

Diverso destino ha avuto la questione sollevata dal Tribunale per i minorenni di Bari sull’articolo 28, comma 5-bis, che preclude automaticamente la messa alla prova per reati di violenza sessuale di gruppo. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 8 del 4 febbraio 2025, ha dichiarato la questione inammissibile, stabilendo però un principio fondamentale: la messa alla prova ha “dimensione sostanziale” ed è quindi soggetta al principio di irretroattività.

L’evoluzione giurisprudenziale su bullismo e cyberbullismo

La giurisprudenza di legittimità ha consolidato nel 2024 orientamenti definitivi sui confini penali del bullismo digitale. La Cassazione penale, con la sentenza della Sezione V n. 40756 del 6 novembre 2024, ha stabilito che “le condotte diffamatorie reiterate sui social network possono configurare stalking se idonee a creare ansia e turbamento nella vittima”, superando definitivamente la necessità del contatto diretto tra molestatore e vittima.

L’innovazione più significativa riguarda l’autonomia delle fattispecie criminose. Cass. Pen., Sez. V, n. 43089/2024 ha chiarito che il delitto di atti persecutori può concorrere con la diffamazione aggravata senza sovrapposizione tra le fattispecie, distinguendo nettamente l’effetto psicologico del 612-bis c.p. dall’offesa alla reputazione dell’articolo 595 c.p.

La Suprema Corte ha inoltre precisato (Cass. Pen., Sez. V, n. 33986 del 6 settembre 2024) che per integrare lo stalking digitale è “sufficiente la consapevolezza dell’agente che i propri messaggi molesti siano conoscibili dalla vittima tramite terzi”, ampliando significativamente l’area di rilevanza penale delle condotte online.

La responsabilità civile dei genitori nella nuova era digitale

Il 2024 ha segnato una svolta decisiva nella responsabilità genitoriale. La Cassazione civile, con ordinanza n. 27061 del 18 ottobre 2024, ha definitivamente chiarito la natura dell’articolo 2048 del Codice civile: non si tratta più di una semplice presunzione di colpa, ma di “responsabilità diretta dei genitori che concorre con quella del minore per non aver impedito il fatto dannoso con idoneo comportamento educativo e di sorveglianza”.

Questa evoluzione giurisprudenziale rende la prova liberatoria “decisamente ardua”, richiedendo ai genitori di dimostrare positivamente di aver impartito “educazione adeguata e vigilanza appropriata”. Il principio consolidato (Cass. Civ., n. 4303/2023) stabilisce che non è sufficiente dimostrare di “non aver potuto impedire il fatto”, ma occorre provare l’adempimento positivo dei doveri educativi ex articolo 147 c.c.

Per il cyberbullismo, la giurisprudenza di merito ha innalzato ulteriormente gli standard. Il Tribunale di Brescia, con sentenza n. 879/2024, ha stabilito che i genitori hanno “l’obbligo di controllare i profili social dei figli minorenni, compresi quelli falsi”, condannando una famiglia a 15.000 euro di risarcimento per non aver impedito episodi di cyberbullismo commessi dal figlio.

Le nuove frontiere della quantificazione del danno

Le tabelle milanesi 2024, rivalutate del 16,22%, hanno aggiornato i parametri di liquidazione del danno biologico portando il punto base a €3.365. Nei casi di bullismo tra minori, i tribunali riconoscono autonomamente tre tipologie di danno: biologico (invalidità psico-fisica permanente), morale (sofferenza interiore) ed esistenziale (alterazione della qualità della vita).

Il Tribunale di Potenza, con sentenza n. 380/2021, ha stabilito criteri che la giurisprudenza successiva ha consolidato: il danno da bullismo richiede una valutazione “dinamico-relazionale complessa” che può portare a liquidazioni significativamente superiori quando vengono accertati “disturbi post-traumatici da stress cronico”.

La responsabilità si estende solidalmente alle istituzioni scolastiche. Il principio affermato dal Tribunale di Roma (Sez. XIII, n. 6919/2018) impone agli istituti non solo la vigilanza comportamentale, ma l’adozione di “misure disciplinari e organizzative idonee” alla prevenzione primaria. La Legge 17 maggio 2024, n. 70 ha rafforzato questi obblighi introducendo codici interni obbligatori e referenti specializzati per ogni istituto.

La rivoluzione silenziosa delle statistiche

I numeri del 2024 rivelano un fenomeno in costante espansione: 1 milione di studenti tra 15 e 19 anni sono vittime di cyberbullismo, mentre 800.000 ne sono autori, con 600.000 giovani che ricoprono il doppio ruolo di vittime e carnefici. Il dato più allarmante emerge dallo studio ESPAD Italia 2024 del CNR: per la prima volta nella storia delle rilevazioni, la percentuale di autori di cyberbullismo (32%) ha raggiunto un record negativo storico.

La detenzione minorile ha registrato un incremento del 25% nel 2024, con 554 detenuti negli Istituti Penali Minorili a maggio, rispetto ai 496 di gennaio. Il 57,7% dei detenuti è under 18, concentrato prevalentemente nella fascia 16-17 anni, mentre i reati contro il patrimonio rappresentano il 55,2% degli ingressi.

Particolarmente significativo è l’incremento del 37,4% delle violazioni della legge sugli stupefacenti tra i minori, fenomeno che gli esperti collegano direttamente agli effetti del Decreto Caivano e all’abbassamento delle soglie per le misure cautelari.

Verso un nuovo equilibrio tra sicurezza ed educazione

La giustizia minorile italiana si trova a un bivio cruciale. Da un lato, l’emergenza sociale del bullismo e del cyberbullismo richiede risposte immediate ed efficaci. Dall’altro, l’articolo 31, comma 2, della Costituzione impone che la Repubblica “protegga l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”.

La Legge 17 maggio 2024, n. 70 ha tentato di conciliare queste esigenze estendendo la normativa anti-cyberbullismo anche al bullismo tradizionale e introducendo percorsi di mediazione penale minorile come alternativa al procedimento giudiziario. I progetti educativi riparativi, sotto controllo dei servizi sociali, rappresentano un tentativo di mantenere la finalità rieducativa anche nell’inasprimento del quadro normativo.

Le resistenze della magistratura minorile agli automatismi introdotti dal Decreto Caivano dimostrano che il sistema giudiziario italiano non ha rinunciato al principio della valutazione personalizzata del minore. L’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia continua a rivendicare spazi di discrezionalità per bilanciare “istanze punitive e finalità educative”.

Implicazioni pratiche per famiglie e professionisti

Il nuovo scenario giuridico impone alle famiglie italiane standard di diligenza educativa sempre più elevati e documentabili. La prova liberatoria ex articolo 2048 c.c. richiede oggi non solo il “buon esempio”, ma l’adozione di strategie educative attive che includano il controllo tecnologico, la formazione all’uso consapevole dei social media e la collaborazione costante con le istituzioni scolastiche.

I rischi economici sono concreti e significativi: i risarcimenti per episodi di bullismo oscillano tra €10.000 e €20.000 nei casi medi, ma possono raggiungere €50.000 quando vengono accertati disturbi post-traumatici gravi. A questi importi si aggiungono le spese processuali e il rischio di condanna ex articolo 96 c.p.c. per condotte processuali pretestuose.

Per i professionisti del diritto, la complessità del quadro normativo richiede competenze interdisciplinari che spaziano dal diritto penale minorile alla responsabilità civile, dalla normativa sulla privacy digitale alla psicologia dell’età evolutiva. La formazione specialistica degli operatori diventa un elemento essenziale per navigare efficacemente nel nuovo panorama giuridico.

Conclusioni e prospettive future

La giustizia minorile italiana del 2025 presenta un volto profondamente diverso rispetto al passato recente. L’equilibrio tra finalità educative e istanze securitarie si è spostato verso queste ultime, ma le resistenze istituzionali e costituzionali dimostrano che il sistema non ha abbandonato del tutto la sua vocazione originaria.

Le famiglie devono prepararsi a un contesto più severo, caratterizzato da controlli educativi rafforzati, responsabilità civili amplificate e rischi economici significativi. Al contempo, le istituzioni scolastiche sono chiamate a implementare protocolli preventivi sempre più sofisticati, mentre i professionisti del diritto devono aggiornarsi per affrontare una materia in continua evoluzione.

Il futuro della giustizia minorile italiana si giocherà sulla capacità di mantenere un approccio educativo efficace all’interno di un quadro normativo sempre più orientato alla deterrenza. Le prossime pronunce della Corte Costituzionale e l’implementazione completa della Legge 70/2024 definiranno se questo equilibrio sarà sostenibile o se sarà necessario un nuovo intervento del legislatore per riconciliare sicurezza ed educazione nell’interesse superiore del minore.


Se la tua famiglia sta affrontando situazioni di bullismo o cyberbullismo, o se hai bisogno di consulenza sulla responsabilità genitoriale nel diritto minorile, contatta il nostro studio per una consulenza specializzata. I nostri esperti in diritto penale e civile minorile possono guidarti attraverso le complessità del nuovo quadro normativo, proteggendo i diritti dei tuoi figli e minimizzando i rischi legali ed economici.

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