I Giudici di legittimità confermano i principi consolidati sulla trasparenza contrattuale in tema di tasso “alla francese”, e l’esclusione di imposte e spese notarili dal tasso effettivo globale
Con ordinanza n. 24819/2023, depositata il 10 luglio 2025, la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti in materia di contratti di mutuo bancario e verifica dell’usurarietà, confermando orientamenti consolidati che meritano particolare attenzione da parte di mutuatari e operatori del settore creditizio.
La vicenda processuale
La controversia traeva origine da un contratto di mutuo per il quale i mutuatari avevano lamentato l’applicazione di interessi, spese e commissioni non dovute. Il Tribunale di primo grado aveva accolto le ragioni dei ricorrenti, condannando l’istituto bancario al risarcimento, riconoscendo l’usurarietà del mutuo. La Corte d’Appello di Palermo, tuttavia, aveva riformato la decisione, escludendo l’usurarietà sulla base di una diversa valutazione del tasso effettivo globale (TEG).
I principi giuridici confermati dalla Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per difetto di specificità, ma nell’iter argomentativo ha ribadito principi fondamentali per la pratica bancaria:
Calcolo del tasso effettivo globale: cosa escludere
Conforme all’art. 1, comma 4, della L. n. 108/1996, la Cassazione ha confermato che per la determinazione del tasso di interesse usurario si deve tenere conto di commissioni, remunerazioni e spese, “escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito”. Pertanto, risulta corretto escludere dal computo del TEG l’imposta sostitutiva prevista dal d.P.R. n. 601/1973.
Analogamente, le spese notarili devono essere escluse dal calcolo del tasso effettivo globale, in conformità alle istruzioni della Banca d’Italia. Questo principio riveste particolare importanza pratica, considerando l’incidenza economica di tali oneri nei contratti di mutuo.
Il fenomeno dell’usura sopravvenuta
La Corte ha richiamato il consolidato orientamento delle Sezioni Unite (Cass. Sez. U. 19 ottobre 2017, n. 24675) secondo cui, quando il tasso degli interessi concordato superi nel corso del rapporto la soglia dell’usura determinata successivamente alla stipula, non si verifica nullità o inefficacia della clausola contrattuale validamente pattuita in origine. Il superamento sopravvenuto della soglia, inoltre, non può essere qualificato come contrario al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto ex art. 1375 c.c..
Nel caso specifico, il TEG del mutuo risultava pari al 5,56%, inferiore al tasso soglia del 6,36% vigente al momento della stipula.
Trasparenza bancaria e piano di ammortamento “alla francese”
Richiamando la recente pronuncia delle Sezioni Unite (Cass. Sez. U. 29 maggio 2024, n. 15130), la Corte ha ribadito che nei mutui bancari con rimborso rateale regolati da un piano di ammortamento “alla francese”, la mancata indicazione della modalità di ammortamento e del regime di capitalizzazione composta degli interessi debitori non comporta nullità del contratto per indeterminatezza dell’oggetto né per violazione della normativa sulla trasparenza.
Aspetti procedurali rilevanti
L’ordinanza offre anche spunti significativi sul piano processuale:
Confessione giudiziale e rappresentanza processuale
Le ammissioni contenute negli scritti difensivi, sottoscritte unicamente dal procuratore ad litem, costituiscono elementi indiziari liberamente valutabili dal giudice. Per assumere valore di confessione giudiziale spontanea ex artt. 228 e 229 c.p.c., l’atto deve essere sottoscritto personalmente dalla parte, con modalità che rivelino inequivocabilmente la consapevolezza delle dichiarazioni sfavorevoli.
Limiti della comparsa conclusionale
La comparsa conclusionale ex art. 190 c.p.c. ha la sola funzione di illustrare domande ed eccezioni già ritualmente proposte. Quando con tale atto si prospetti per la prima volta una questione nuova, il giudice del gravame non può pronunciarsi al riguardo, senza incorrere in violazione dell’art. 112 c.p.c..
Implicazioni pratiche per mutuatari e istituti di credito
Questa pronuncia chiarisce diversi aspetti operativi di fondamentale importanza:
Per i mutuatari, l’orientamento conferma che le contestazioni relative all’usurarietà devono basarsi su una corretta valutazione del TEG, escludendo dal computo imposte, tasse e spese notarili. La semplice allegazione di superamento delle soglie, senza adeguata documentazione, non è sufficiente.
Per gli istituti bancari, la decisione rafforza la validità dei contratti che rispettino le soglie di usura al momento della stipula, anche in caso di successivo superamento per effetto dell’evoluzione dei tassi di mercato. Resta tuttavia essenziale assicurare la trasparenza informativa sui meccanismi di calcolo degli interessi.
Conclusioni
L’ordinanza in esame, pur limitandosi a dichiarare l’inammissibilità del ricorso, fornisce un quadro sistematico dei principi applicabili alla verifica dell’usurarietà nei rapporti di mutuo. La conferma degli orientamenti consolidati offre maggiore certezza giuridica in un settore caratterizzato da frequenti contenziosi.
L’evoluzione giurisprudenziale dimostra come la Cassazione stia progressivamente definendo un equilibrio tra tutela del mutuatario e stabilità del sistema creditizio, privilegiando criteri di calcolo rigorosi e trasparenza informativa piuttosto che nullità automatiche delle clausole contrattuali.
Hai dubbi sulla validità del tuo contratto di mutuo o necessiti di assistenza per verificare l’applicazione corretta dei tassi? Contatta il nostro studio per una consulenza specializzata in diritto bancario.