Accordi Patrimoniali tra Coniugi: La Cassazione Conferma la Piena Validità delle Scritture Private in Vista della Separazione

La Prima Sezione Civile ribadisce l’orientamento consolidato sull’autonomia negoziale dei coniugi nella regolamentazione dei rapporti economici familiari

La Corte di Cassazione, Prima Sezione Civile, con ordinanza n. 17126/2024 pubblicata il 21 luglio 2025, ha fornito un’importante conferma sulla validità degli accordi patrimoniali stipulati tra coniugi in previsione di una futura separazione. La decisione, che respinge il ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello di Brescia n. 500/2024, consolida definitivamente l’orientamento giurisprudenziale favorevole all’autonomia negoziale privata nell’ambito dei rapporti familiari.

Il Caso e la Fattispecie Concreta

La vicenda trae origine da una scrittura privata del 27 novembre 2011 con cui i coniugi avevano regolamentato i propri rapporti patrimoniali in caso di separazione. L’accordo prevedeva che la moglie, in caso di separazione, divenisse debitrice nei confronti del marito per una somma di euro 146.400,00, rinunciando contestualmente ad alcuni beni mobili (imbarcazione, arredo dell’appartamento e somme di denaro depositate in conto corrente).

Il marito aveva riconosciuto il contributo economico prestato dalla consorte «al benessere della famiglia, al pagamento mantenimento dell’attuale dimora e al pagamento del mutuo», impegnandosi alla restituzione di euro 61.400,00 per spese di ristrutturazione e euro 85.000,00 quale contributo al benessere della famiglia per l’acquisto di mobili e vetture.

I Principi Giuridici Consolidati dalla Suprema Corte

La Cassazione ha ribadito che sono pienamente validi gli accordi tra coniugi che vogliano regolamentare i loro rapporti patrimoniali in caso di fallimento del matrimonio, purché rispettino determinati requisiti. Come precisato nella sentenza, tali accordi rappresentano l’espressione della loro autonomia negoziale diretta a realizzare interessi meritevoli di tutela ex art. 1322 c.c.

Il principio cardine, già affermato dalla giurisprudenza consolidata (Cass. n. 23713/2012; Cass. n. 19304/2013), stabilisce che «sono pienamente validi gli accordi tra i coniugi che vogliano regolamentare i loro rapporti patrimoniali in caso di fallimento del matrimonio, individuando in tale evento una mera condizione sospensiva apposta al contratto, poiché sono espressione della loro autonomia negoziale diretta a realizzare interessi meritevoli di tutela».

L’Autonomia Negoziale nell’Ambito Familiare

La Corte ha precisato che questa autonomia negoziale trova piena applicazione anche nella fase patologica della crisi familiare, riconoscendo ai coniugi la possibilità di concordare le condizioni per la regolamentazione della crisi stessa secondo quanto previsto dall’art. 4 L. n. 898/1970 e d.l. n. 132/2014, convertito in L. n. 162/2014.

Particolare rilievo assume il riferimento all’orientamento consolidato secondo cui gli accordi tra coniugi che fissano il regime giuridico del futuro ed eventuale divorzio sono nulli per illiceità della causa soltanto nella parte in cui concernono l’assegno divorzile. Questo limite deriva dalla natura assistenziale e indisponibile dell’assegno stesso.

La Validità della Condizione Sospensiva

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha chiarito che «è valido il mutuo tra coniugi nel quale l’obbligo di restituzione sia sottoposto alla condizione sospensiva dell’evento, futuro ed incerto, della separazione personale, non essendovi alcuna norma imperativa che renda tale condizione illecita agli effetti dell’art. 1354 c.c., primo comma, cod. civ.» (Cass. civ. sent. n. 19304/2013).

La decisione evidenzia come la giurisprudenza più recente (Cass. 5065/2021; Cass. 11012/2021) abbia ulteriormente precisato che sono validi gli accordi tra coniugi in forza dei quali uno si obbliga, in caso di divorzio, a corrispondere all’altro una somma di danaro vita natural durante, integrando un valido contratto di rendita vitalizia sottoposto alla condizione sospensiva del divorzio.

Le Implicazioni Pratiche per i Coniugi

Questa pronuncia assume particolare rilevanza pratica per le coppie che intendano regolamentare preventivamente i propri rapporti patrimoniali. La validità di tali accordi offre infatti maggiore certezza giuridica e consente di evitare contenziosi futuri, purché vengano rispettati alcuni principi fondamentali.

La Corte ha specificato che in tema di contribuzione per i bisogni della famiglia durante il matrimonio, ciascun coniuge è tenuto, secondo quanto previsto dagli artt. 143 e 316-bis, primo comma, c.c., a concorrere in misura proporzionale alle proprie sostanze. Tuttavia, a seguito della separazione, non sussiste il diritto al rimborso di un coniuge nei confronti dell’altro per le spese sostenute in modo indifferenziato.

I Limiti della Disciplina dell’Assegno Divorzile

La sentenza chiarisce definitivamente che le pattuizioni contenute in un patto aggiunto e contestuale all’accordo di divorzio congiunto, pur se strettamente connesse a questo per volontà delle parti e non aventi ad oggetto diritti indisponibili o in contrasto con norme inderogabili, non possono essere oggetto di intervento diretto da parte del giudice, rappresentando espressione della libera determinazione negoziale delle parti.

Tuttavia, rimane fermo il principio secondo cui i patti che riguardano i rapporti personali e patrimoniali relativi a figlie o figli minori di età devono sempre essere sottoposti a controllo di legittimità per verificare la loro rispondenza al miglior interesse della persona minore di età.

Considerazioni sulla Forma e sui Contenuti

La scrittura privata oggetto del giudizio è stata ritenuta «perfettamente lecita» dalla Cassazione, poiché prevedeva un riconoscimento di debito in favore della moglie per il contributo finanziario al restauro dell’immobile di proprietà del marito e per l’acquisto di mobilio e beni mobili registrati. La Corte ha evidenziato come l’accordo riconoscesse anche al marito un’imbarcazione, un motociclo e l’arredamento della casa familiare, regolamentando in modo libero, ragionato ed equilibrato l’assetto patrimoniale dei coniugi in caso di scioglimento della comunione legale.

Conclusioni e Prospettive Future

L’ordinanza della Cassazione rappresenta un importante consolidamento giurisprudenziale che offre maggiore certezza alle coppie che intendano pianificare i propri rapporti patrimoniali. La piena validità degli accordi preventivi, purché leciti e non contrari a norme imperative, costituisce uno strumento efficace per prevenire contenziosi e garantire una maggiore tutela degli interessi economici di entrambi i coniugi.

È fondamentale, tuttavia, che tali accordi vengano redatti con la necessaria competenza tecnica e nel rispetto dei principi di legge, al fine di garantirne la piena efficacia giuridica e l’aderenza agli orientamenti consolidati della giurisprudenza di legittimità.

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