Mentre le temperature di questa estate rovente raggiungevano i quaranta gradi all’ombra, una famiglia beneventana doveva subire la riduzione di potenza dell’erogazione dell’energia elettrica da parte del proprio gestore.
L’incredibile decisione veniva presa per effetto della segnalazione di mancato pagamento, emessa dal precedente fornitore Enel Energia ad Optima Italia, per poche centinaia di euro.
Ma la intestataria dell’utenza, pur se da tempo in difficoltà economiche, aveva estinto il debito sin dal mese di marzo, con un pagamento che il precedente gestore aveva omesso di contabilizzare correttamente; di qui la ingiusta segnalazione di insoluto e la conseguente riduzione della erogazione di elettricità, proprio nel bel mezzo della eccezionale calura estiva.
Dopo aver invano chiesto la riattivazione della fornitura, l’intestataria dell’utenza ha conferito il mandato difensivo all’avvocato Tarricone dello studio TMC Avvocati Associati, con il cui ausilio ha formalizzato immediatamente una denunzia penale. Il 30 luglio è stato poi proposto un ricorso d’urgenza, ai sensi dell’art. 700 c.p.c. per ottenere la riattivazione del servizio.
Il 2 agosto il Tribunale di Benevento, preso atto della documentazione allegata dalla ricorrente, e della grave esposizione al rischio di incolumità fisica dei componenti del nucleo familiare, con decreto reso fuori udienza, ha ordinato quindi ad Enel energia ed Optima Italia di ripristinare immediatamente l’erogazione elettrica, cosa che è avvenuta poche ore dopo la notifica del provvedimento.
Il giudice dott.ssa Floriana Consolante, investita della questione nel periodo feriale, ha evidenziato la “sussistenza dei presupposti per provvedere inaudita altera parte alla luce della documentazione allegata al ricorso e considerata l’urgenza di assicurare la piena abitabilità all’immobile”.
Il contegno illegittimo delle società fornitrici ha causato intuibili danni e disagi ai componenti del nucleo familiare, i quali hanno già conferito mandato allo studio TMC Avvocati Associati perché, una volta ottenuta la conferma del decreto inaudita altera parte, si agisca in sede giudiziaria per ottenere il giusto risarcimento, tanto in sede civile che innanzi al giudice penale.
Comments are closed